[vc_row css=”.vc_custom_1542809966199{padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column][vc_column_text]Roma, 15 settembre 2019 – In Italia i partiti nascono come i funghi, anche se questo non si traduce in un cambiamento della classe politica. Anzi. Basti pensare che il partito più anziano presente in Parlamento è la Lega, ma molti sono i deputati di questa legislatura che hanno militato nella Dc, nel Pci e nell’Msi, sigle che oggi sembrano preistoria. Il clima di incertezza politica è il terreno fertile per poter pensare alla creazione di nuovi soggetti politici.

Anche se il governo Conte ha ottenuto recentemente il voto della maggioranza nei due rami delle Camere, al Senato basterebbe l’insoddisfazione di appena 9 senatori per far cadere tutto. Quindi anche l’accordo giallorosso viaggia sui carboni ardenti e i politici non possono farsi trovare impreparati all’eventualità di una nuova crisi di governo, visto che l’esito scontato questa volta sarebbe quello delle elezioni anticipate. Non è un caso, infatti, che proprio durante questa crisi estiva sono emerse quelle che sono molto di più che semplici suggestioni o fantasie politiche, come, per esempio, la possibilità che possano nascere partiti sull’impronta personale di alcuni leader, si è parlato del partito di Matteo Renzi, dello stesso Conte o anche di Carlo Calenda, visto che è stato il primo esponente democratico che si è dimesso dal partito in quanto non ha condiviso la scelta di accettare l’accordo con il M5s.

Nel centrodestra, invece, la frattura si era già consumata prima dell’estate con la fuoriuscita di Giovanni Toti da Forza Italia e la nascita del suo partito denominato “Cambiamo!”. È vero, però, che i partiti forti nascono nelle piazze per poi arrivare in parlamento. Questo è quanto accaduto al M5s, tanto per fare un esempio recente, o agli stessi Berlusconi o Bossi se ci riferiamo al passato. La storia ci racconta che i partiti nati da scissioni parlamentari hanno avuto sempre poco successo nelle urne. Quanto valgono questi nuovi soggetti politici? Bisogna prima di tutto premettere che testare partiti che non sono realmente presenti nel mercato elettorale è un’operazione difficile, nel senso che spesso gli italiani pensano di essere attratti da una nuova lista in quanto proietta su di essa le proprie attese, ma poi quando la politica passa dall’immaginario al reale il più delle volte prevale la delusione e quindi il consenso potenziale scema.

Tra le possibili new entry quella con più probabilità di successo è l’ipotetico“Partito di Conte”. Oggi viene accreditato al 10%, anche se bisogna notare che questo valore è rimasto praticamente costante nel corso degli ultimi tre mesi, cioè anche nel passaggio tra il Conte 1 e il Conte 2. Una delle particolarità è che nel profilo di questo soggetto politico avrebbero egual peso sia gli elettori provenienti dal Pd (3%) che dal M5s (3%) mentre un ulteriore 4% arriverebbe da coloro i quali non hanno un partito di riferimento o che si sono astenuti. Insomma un posizionamento tendente verso il centrosinistra. Per l’ipotetico partito di Renzi il consenso al momento è del 5%, ma in questo caso bisogna dire che il trend è in decremento da quando si iniziò a parlare di questa eventualità, cioè subito dopo le sue dimissioni da presidente del Consiglio. A quei tempi questo nuovo soggetto politico attraeva circa il 10% dell’elettorato, oggi invece raccoglierebbe appena la metà di quei voti.

La composizione degli elettori attratti è formata dal 3% da votanti Pd, 1% da forzisti e 1% da coloro che non hanno un partito di riferimento. Percentuali invece minori per il possibile partito di Calenda che comunque partirebbe con il 2,5% dei consensi e che gli provengono per la metà da elettori democratici e per la rimanente parte da quelli che non sono fidelizzati ad alcun partito. Così anche per il partito di Toti che più che una ipotesi è una realtà in quanto ha già depositato il simbolo “Cambiamo!” e sarà presente nelle prossime elezioni regionali. Il consenso è dell’1,5%, in pratica sono quasi tutti voti provenienti dall’elettorato di Forza Italia.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1542810338468{padding-top: 20px !important;padding-bottom: 50px !important;}”][vc_column][ultimate_heading spacer=”line_only” line_height=”6″ line_color=”#afafaf” line_width=”400″][/ultimate_heading][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/2″][/vc_column][vc_column width=”1/2″][/vc_column][/vc_row]

[vc_row css=”.vc_custom_1542809966199{padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column][vc_column_text]I partiti del centrodestra superano quelli che compongono il governo
Articolo:  il PD (che soffre in parte la presenza nel nostro sondaggio dell’ipotetico partito di Calenda) si ferma al 22.5% perdendo mezzo punto rispetto al risultato pre-crisi. Aumenta il M5S che arriva al 19% (ha guadagnato ben 3 punti dalla crisi politca). In totale l’area di governo (conteggiando anche Leu) totalizza il 43.5%. Nel CS la Lega è al 34%, primo partito in Italia, pur perdendo 4 punti dall’ultimo sondaggio pre-crisi, in realtà riconferma il voto avuto alle europee. Forza Italia al 5,5% che soffre l’eventuale scissione con il partito di Toti che comunque non va oltre l’1,5%. FDI è al 7%. In totale l’opposizione del centrodestra (unita) vale il 48%, quindi qualche punto in più della neo coalizione giallorossa. L’altra new entry Calenda riceve il 2.5% dei consensi penalizzando non solo il PD, come detto sopra, ma anche Più Europa che scende al 2%.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1542810338468{padding-top: 20px !important;padding-bottom: 50px !important;}”][vc_column][ultimate_heading spacer=”line_only” line_height=”6″ line_color=”#afafaf” line_width=”400″][/ultimate_heading][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”12468″ img_size=”full” alignment=”center” onclick=”link_image”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”12469″ img_size=”full” alignment=”center” onclick=”link_image”][/vc_column][/vc_row]

[vc_row css=”.vc_custom_1542809966199{padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column][vc_column_text]Il patto giallorosso non piace agli italiani.
Il 44% lo valuta negativamente. E il centrodestra ha un consenso maggiore di Pd-M5s
Il voto del Movimento 5 stelle sulla piattaforma Rousseau ha confermato la volontà degli elettori grillini, che sono una platea ben più ampia, in quanto magari non leggono regolarmente il Blog delle Stelle, né si considerano attivisti. Secondo il sondaggio che abbiamo realizzato, ben il 61% degli intervistati avrebbe votato sì all’accordo tra Partito democratico e M5s. Anzi, il risultato emerso dalla piattaforma messa in piedi dalla Casaleggio Associati è superiore, con un consenso del 79,3% che va a confermare l’opinione prevalente della maggioranza assoluta degli elettori 5 stelle. Nei giorni scorsi c’erano stati molti dubbi sulla validità di questo voto online, ma come si vede, tra i grillini è emersa una netta preferenza per il governo in coabitazione coi dem. Un consenso che tra gli elettori del Pd arriva addirittura al 75%. Un netto segnale che ci fa capire come si stia formando un’amalgama che è fondamentale per far partire questa alleanza. Due dati sono particolarmente interessanti da osservare: oggi la maggioranza è a favore di un nuovo governo, mentre sono in minoranza coloro che vorrebbero elezioni anticipate. Un’inversione a U rispetto a pochi giorni fa, quando nel pieno della crisi il 55% degli italiani avrebbe voluto andare subito alle urne. OGGI i favorevoli al voto sono solo il 41%, superati di 5 punti da quelli che preferiscono un nuovo governo. Eppure la maggioranza degli italiani a prescindere dall’appartenenza – il 44% – vede negativamente la nascita di un governo giallorosso a guida Conte. Quella che Salvini ha scatenato in agosto era comunque una crisi che gli italiani non volevano. Una situazione in cui, secondo gli intervistati, si è mostrato il vero volto della nostra classe politica. E gli italiani sono stati molto severi con gli eletti: per il 62% si sono comportati da irresponsabili. Bisogna precisare che non si tratta di un giudizio sui singoli. Non è una presa di posizione su Di Maio, Salvini o Zingaretti, ma sull’intero ceto politico. La gestione di questa crisi e i continui litigi non sono piaciuti all’opinione pubblica. Gli stessi italiani, nel caso in cui non si dovesse formare un governo Pd-M5s chiedono nel 55% dei casi di andare a nuove elezioni. Il loro pensiero è chiaro: proviamo questo governo, ma se dovesse andare male andiamo subito al voto. Insomma, hanno concesso una seconda chance ai politici «irresponsabili», ma sono pronti a vedere le carte. ALTRO dato importante da osservare sono le intenzioni di voto. Se gli italiani tifano per un nuovo governo è anche vero che, in termini di consenso, questo esecutivo è appoggiato da una minoranza. Il Pd più il M5s, infatti, arriverebbe al 43% dei consensi, mentre la somma del centrodestra tocca il 48,5%. Per quanto ci sia molta attesa e aspettativa, questo nuovo governo soffre dal punto di vista del consenso popolare. Tra prima della crisi e oggi, la Lega perde 3 punti passando dal 38% al 35. Rimane comunque il primo partito. Secondo è il Pd, che perde un punto. Ci guadagnano i 5 stelle, che dal 17% salgono al 20%. SI PUÒ PARLARE di effetto Conte? Assolutamente sì. Se guardiamo l’indice di fiducia, il presidente Mattarella è al 55%. Al secondo posto c’è Conte. Interessante è poi notare come secondo il 58% del nostro campione Salvini abbia fatto male a far saltare il governo. Si tratta di una presa di posizione netta; un giudizio su Salvini che si traduce in quel decremento che ha avuto la Lega in questa crisi. Al di là degli entusiasmi, però, possono presto spuntare delle spine. Il 50% degli italiani vorrebbe rivedere il decreto sicurezza bis, anche se Di Maio ha detto già che non avverrà. Il governo si dovrà comunque misurare con queste spinte.

*direttore Noto sondaggi ©[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1542810338468{padding-top: 20px !important;padding-bottom: 50px !important;}”][vc_column][ultimate_heading spacer=”line_only” line_height=”6″ line_color=”#afafaf” line_width=”400″][/ultimate_heading][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_single_image image=”12458″ img_size=”full” alignment=”center” onclick=”link_image”][/vc_column][/vc_row]